Caldo e lavoro: stress termico
30 July 2020
Il Datore di Lavoro, ai sensi dell’art. 181 del D. Lgs 81/08, deve valutare il rischio legato ai fattori microclimatici, in particolare ai lavori all’aperto in condizioni di caldo severo.
Sanzione: arresto da tre a sei mesi o ammenda da 3.071,27 a 7.862,44 euro.
Le condizioni microclimatiche possono essere dovute ad esigenze produttive (vicinanza a forni ceramici o fusori, accesso a celle frigo o in ambienti legati alla catena del freddo nel settore alimentare) od alle condizioni climatiche esterne per le lavorazioni effettuate all’aperto (in agricoltura, nei cantieri all’aperto, nella realizzazione e manutenzione delle strade).
Per quasi tutti i lavoratori outdoor è peculiare una maggior esposizione a due aspetti:
- Il microclima: assume particolare rilevanza in relazione all’impatto dei cambiamenti climatici sull’attività lavorativa;
- L’ esposizione diretta alla radiazione solare: merita una trattazione adeguata, essendo peraltro connesso anche alla tematica dei cambiamenti climatici e potendo influenzare indirettamente l’esposizione ad altri fattori di rischio lavorativi (ad esempio di natura chimica e biologica).
Chi sono i lavoratori a rischio?
Secondo uno Studio dell’Inail - che prende in esame due milioni di infortuni sul lavoro causati dalle temperature estreme – per i lavoratori più giovani sono maggiori i rischi legati al caldo rispetto ai lavoratori meno giovani (per loro è più pericoloso il freddo).
I settori più a rischio sono:
- Agricoltori
- Forestali
- Addetti alla manutenzione aree verdi
- Lavoratori in cave e miniere a cielo aperto
- Lavoratori nell’edilizia (cantieri a cielo aperto)
- Addetti alla manutenzione stradale
- Addetti automezzi movimentazione terra
- Addetti linee ferroviarie
- Addetti linee elettriche ed idrauliche esterne
- Lavoratori della pesca
- Addetti di stabilimenti balneari
- Addetti a piattaforme marine
- Addetti ad attività subacquee
- Addetti a mansioni all’aperto relative a sport invernali
- Istruttore di sport all’aperto
- Addetti alla sicurezza con attività prevalente all’aperto (pattugliamento, gestione del traffico etc.)
- Addetti alla guida di veicoli (mezzi pubblici, autocarri etc.)
- Addetti alla distribuzione carburanti
- Operatori ecologici
- Portalettere
- Addetti a operazioni carico e scarico all’aperto
- Venditori ambulanti
Le protezioni individuali - unicamente per la protezione di cute e occhiali da ustioni - sono necessarie per ridurre l’esposizione a raggi UV e in particolare nei casi in cui non sia possibile lavorare sotto ripari o schermi!
Stress termico nei luoghi di lavoro
Lo stress termico si verifica quando il sistema di termoregolazione dell’organismo fallisce e i fattori che possono concorrere sono:
- la temperatura dell’aria;
- il ritmo di lavoro intenso;
- la ventilazione;
- l’umidità;
- gli indumenti da lavoro.
Un lavoratore che indossa indumenti da lavoro protettivi ed esegue lavori pesanti in condizioni di caldo e umidità è a rischio di stress termico in quanto:
- l’evaporazione del sudore è ostacolata dal tipo di indumenti e dall’umidità dell’ambiente;
- il ritmo di lavoro provoca un aumento della temperatura corporea che continuerà a salire se la dispersione di calore è insufficiente;
- all’aumento della temperatura corporea il corpo reagisce con un incremento della sudorazione e con l’eventuale rischio di disidratazione;
- l’aumento della frequenza cardiaca sottopone il fisico a ulteriore stress;
- se il corpo assorbe più calore di quanto non riesca a espellere allora la temperatura corporea continuerà ad aumentare arrivando ad un punto in cui il meccanismo di termoregolazione corporea diventa meno efficacie;
- l’effetto può tradursi in una minore capacità di rispondere agli stimoli e ai pericoli imprevisti e in un aumento della disattenzione e della deconcentrazione.
Attenzione: nel luogo di lavoro il rischio di stress termico potrebbe non essere evidente!
Quali sono gli effetti principali del caldo?
- colpo di sole (rossore e dolore cutaneo, edema, vescicole, febbre, cefalea) - all’effetto dell’eccessiva esposizione ai raggi solari si aggiungono gli effetti del surriscaldamento e della disidratazione;
- crampi da calore (spasmi dolorosi alle gambe e all’addome, sudorazione);
- esaurimento da calore (abbondante sudorazione, astenia, cute pallida e fredda, polso debole, temperatura normale);
- colpo di calore (temperatura corporea superiore a 40 °C, pelle secca e calda, polso rapido e respiro frequente, stato confusionale, deliri o convulsioni, possibile perdita di coscienza).
Cosa fare in caso di colpo di calore del lavoratore?
- Chiamare subito l’Addetto al Primo Soccorso e il 118.
- assistere il lavoratore fino all’arrivo dei soccorsi:
- posizionarlo all’ombra e al fresco
- sdraiato in caso di vertigini
- sul fianco in caso di nausea
- in assoluto riposo;
- slacciare o togliere gli abiti;
- misurare la temperatura corporea;
- cercare di raffreddare rapidamente il corpo, se è possibile, avvolgendolo in un lenzuolo bagnato e ventilandolo o, in alternativa, raffreddare la cute con spugnature di acqua fresca non fredda, in particolare su fronte, nuca ed estremità, ventilando e spruzzando acqua sul corpo.
Infortunio sul lavoro
Anche gli infortuni sul lavoro possono essere correlati alle ondate di calore.
Le elevate temperature possono causare malori o ridurre la capacità di attenzione del lavoratore e quindi aumentare il rischio di infortuni.
Durante le ondate di calore i tipi di infortunio e le modalità di infortunio più frequenti sono:
- incidenti di trasporto;
- scivolamenti e cadute;
- contatto con oggetti o attrezzature;
- ferite;
- lacerazioni e amputazioni.
Come proteggere i lavoratori dallo stress termico
Indicazioni per il lavoratore
- Prevenire la disidratazione (avere acqua fresca a disposizione e bere regolarmente, a prescindere dallo stimolo della sete; durante una moderata attività in condizioni moderatamente calde bere circa 1 bicchiere ogni 15 - 20 minuti);
- indossare abiti leggeri di cotone, traspiranti, di colore chiaro, comodi, adoperando un copricapo (non lavorare a pelle nuda);
- rinfrescarsi bagnandosi con acqua fresca;
- informarsi sui sintomi a cui prestare attenzione e sulle procedure di emergenza;
- lavorare nelle zone meno esposte al sole;
- ridurre il ritmo di lavoro anche attraverso l’utilizzo di ausili meccanici;
- fare interruzioni e riposarsi in luoghi freschi;
- evitare di lavorare da soli.
Indicazioni per il datore di lavoro
- Consultare il bollettino di previsione e allarme per la propria città;
- nei giorni a elevato rischio ridurre l’attività lavorativa nelle ore più calde (dalle 14:00 alle 17:00) e programmare le attività più pesanti nelle ore più fresche della giornata;
- garantire la disponibilità di acqua nei luoghi di lavoro;
- inserire un programma di acclimatamento graduale e prevedere un programma di turnazione per limitare l’esposizione dei lavoratori;
- aumentare la frequenza delle pause di recupero, invitare i lavoratori a rispettarle;
- mettere a disposizione dei lavoratori luoghi climatizzati in cui trascorrere le pause di interruzione del lavoro;
- mettere a disposizione idonei dispositivi di protezione individuali (DPI) e indumenti protettivi;
- prima dell’estate informare e formare i lavoratori sui rischi correlati al caldo;
- promuovere un reciproco controllo tra lavoratori;
- procedure che individuino i criteri per definire l’entità del rischio quotidianamente;